LA CHIESA DELLA DISCIPLINA DI ORZIVECCHI – NOTE STORICO-ARTISTICHE
(nota aggiornata al 2005 - prima del restauro iniziato nel gennaio del 2007)
L’area dove sorge la Parrocchiale e la chiesa della Disciplina si può considerare, assieme all’adiacente castello Martinengo il punto dove nasce il primo nucleo storico della comunità di Orzivecchi. In quest’ area sacra, contrapposta al potere laico dei feudatari nacque in epoca longobarda la cappella di San Pietro a cui venne annesso un piccolo cimitero. Più tardi con la decadenza ed il trasferimento ad Orzinuovi della Pieve di Bigolio (1383) il castello e la parrocchia di Orzivecchi divennero indipendenti e con il giurispatronato dei Conti Martinengo Cesaresco (25 aprile 1503) la comunità potè godere di un lungo periodo espansione e prosperità.
LE DATE
1575 l’ano Santo si fece 39 frateli la disciplina”
Inizialmente dedicata alla Beata Vergine ed officiata dai frati Minori Conventuali di San Francesco la chiesa della Disciplina di Orzivecchi nacque probabilmente nella seconda metà del XIV secolo. Alcuni affreschi apparsi sotto l’intonaco sembrerebbero indicare tale periodo (crocifissione), ad un’epoca successiva possiamo datare i martiri francescani posti sulla parete nord.
Gli affreschi del loggiato/matroneo si possono datare intorno alla seconda metà del 1400 e rappresentano un bell’esempio di dipinti sulla passione di Cristo. Il ciclo è mancante delle scene dedicate all’Ultima Cena ed alla crocifissione di Cristo (forse trafugate attraverso uno strappo murale).
Il dipinto più interessante rappresenta la Madonna con Bambino, datata 19 Agosto 1497 . Questo affresco doveva costituire la pala del presbiterio della chiesa quattrocentesca; sulla fine del Cinquecento, quando alla disciplina subentrò la Confraternita della SS. Trinità , la chiesa venne ampliata e dalla demolita abside si salvò il frammento di muro con l’affresco della Madonna che venne ricollocato nel nuovo altare laterale e circondato da una tela – ora purtroppo perduta – eseguita dal Cossali e raffigurante Dio Padre ed i santi Francesco e Carlo Borromeo.
Il pavimento, in mattonelle di cotto quadrato e del 1500. L’altare della Madonna, ricco di bei marmi ed intarsi è stato smembrato e trasferito alla chiesa della Pieve.
La controsoffittatura in legno, le lesene laterali e le dipinture sono state realizzate nel 1921/22 dal pittore Ezio Cominelli di Lograto; nello stesso anno venne realizzata una grotta artificiale in onore della Madonna di Lourdes su progetto dell’Architetto Ernesto Toninelli di S. Gervasio.
Ora la chiesa è sconsacrata e bisognosa di urgenti restauri; l’associazione Amici della Disciplina – ONLUS intende recuperare la chiesa e restituirla alla comunità di Orzivecchi ed a tutti coloro che vedono nella fede, nella storia e nell’arte del passato, una opportunità di riscatto per il presente ed il futuro della bassa e del nostro territorio.
Note storiche a cura della associazione AMICI DELLA DISCIPLINA DI ORZIVECCHI – ONLUS
LA CHIESA PARROCCHIALE DI ORZIVECCHI
L’altare maggiore è ornato con una bella pala del sommo pittore bresciamo Alessandro Bonvicino detto il Moretto,che rappresenta la Madonna in gloria con i santi Pietro e Paolo, patroni della Parrocchia di Orzivecchi. Più volte attribuita al suo grande allievo bergamasco Giovanbattista Moroni, la tela, dopo il restauro del 1996 si conferma opera del Moretto con interventi dell’allievo Moroni.
All’altare dei Santi Antonio da Padova e Francesco d’Assisi si trova una stupenda pala di Grazio Cossali firmata “ Grati Cossalis Opus M.D.C.”. Durante il recente restauro, vicino alla scritta è apparsa una piccola aquila rossa stemma dei conti Martinengo.
Presso l’altare del Sacro Cuore vi è un’ultima Cena di Francesco Paglia , di fronte presso l’altare della Madonna è esposta una bella pala del pittore Pietro da Marone, rappresenta la Madonna con il Bambino, alcuni santi ed un donatore (forse un Martinengo?).
All’altare delle Anime purganti troviamo la Madonna del Suffragio, bellissima tela del Carloni, un dipinto pieno di Brio e colore.
Sopra la porta laterale che accede alla Sacrestia è collocata la pala del Cossali raffigurante la SS: Trinità che incorona la Madonna con i santi domenicani Pietro Martire e Caterina da Siena, inginocchiati alcuni disciplini vestiti di tela rossa e nobildonne.(questa tela sarà ricollocata presso l’altar maggiore della chiesa dei Disciplini – appena terminati i lavori di restuaro della chiesa).
Presso l’altare di Santa Lucia e san Carlo si trova una bella tela che rappresenta i due santi, databile nel XVII secolo, dopo il 1610.
L’area dove sorge la Parrocchiale e la chiesa della Disciplina si può considerare, assieme all’adiacente castello Martinengo il punto dove nasce il primo nucleo storico della comunità di Orzivecchi. In quest’ area sacra, contrapposta al potere laico dei feudatari nacque in epoca longobarda la cappella di San Pietro a cui venne annesso un piccolo cimitero. Più tardi con la decadenza ed il trasferimento ad Orzinuovi della Pieve di Bigolio (1383) il castello e la parrocchia di Orzivecchi divennero indipendenti e con il giurispatronato dei Conti Martinengo Cesaresco (25 aprile 1503) la comunità potè godere di un lungo periodo espansione e prosperità.
LE DATE
- Nel XV secolo alcuni documenti indicano la presenza ad Orzivecchi di una confraternita chiamata la Disciplina della Beata Vergine.
1575 l’ano Santo si fece 39 frateli la disciplina”
- L’iscrizione della formella posta sotto il tetto del loggiato ci dice che la chiesa venne ricostruita/ristrutturata nell’anno santo 1575 da 39 confratelli.
- Nel 1610 il Da Lezze, funzionario della Repubblica di Venezia, censisce tutta la provincia di Brescia per Orzi Vecchi tra l’altro annota …“ La Disciplina di S. Pietro Martire, dove vi concorrono i confrati in n° di 50 vestiti di tella rossa senza entrada”…
- Nella formella murata a fianco della porta principale si legge: “questa confraternita della S.S. Trinità fu eretta con bolla pontificia li XXIII aprile 1608 – riconfermata li XXIII agosto 1777 da Pio VI sommo Pontefice”.
Inizialmente dedicata alla Beata Vergine ed officiata dai frati Minori Conventuali di San Francesco la chiesa della Disciplina di Orzivecchi nacque probabilmente nella seconda metà del XIV secolo. Alcuni affreschi apparsi sotto l’intonaco sembrerebbero indicare tale periodo (crocifissione), ad un’epoca successiva possiamo datare i martiri francescani posti sulla parete nord.
Gli affreschi del loggiato/matroneo si possono datare intorno alla seconda metà del 1400 e rappresentano un bell’esempio di dipinti sulla passione di Cristo. Il ciclo è mancante delle scene dedicate all’Ultima Cena ed alla crocifissione di Cristo (forse trafugate attraverso uno strappo murale).
Il dipinto più interessante rappresenta la Madonna con Bambino, datata 19 Agosto 1497 . Questo affresco doveva costituire la pala del presbiterio della chiesa quattrocentesca; sulla fine del Cinquecento, quando alla disciplina subentrò la Confraternita della SS. Trinità , la chiesa venne ampliata e dalla demolita abside si salvò il frammento di muro con l’affresco della Madonna che venne ricollocato nel nuovo altare laterale e circondato da una tela – ora purtroppo perduta – eseguita dal Cossali e raffigurante Dio Padre ed i santi Francesco e Carlo Borromeo.
Il pavimento, in mattonelle di cotto quadrato e del 1500. L’altare della Madonna, ricco di bei marmi ed intarsi è stato smembrato e trasferito alla chiesa della Pieve.
La controsoffittatura in legno, le lesene laterali e le dipinture sono state realizzate nel 1921/22 dal pittore Ezio Cominelli di Lograto; nello stesso anno venne realizzata una grotta artificiale in onore della Madonna di Lourdes su progetto dell’Architetto Ernesto Toninelli di S. Gervasio.
Ora la chiesa è sconsacrata e bisognosa di urgenti restauri; l’associazione Amici della Disciplina – ONLUS intende recuperare la chiesa e restituirla alla comunità di Orzivecchi ed a tutti coloro che vedono nella fede, nella storia e nell’arte del passato, una opportunità di riscatto per il presente ed il futuro della bassa e del nostro territorio.
Note storiche a cura della associazione AMICI DELLA DISCIPLINA DI ORZIVECCHI – ONLUS
LA CHIESA PARROCCHIALE DI ORZIVECCHI
- 21 AGOSTO 1740 posa della prima pietra “ …nelli fondamenti del coro della nuova Chiesa dal Rev. Giovanni Bellina Arciprete degli Orzi Vecchi”.
- 1750 terminato il coro (10 anni), si abbatte la vecchia chiesa si iniziano i lavori della navata;
- 1753 il tagliapietre Francesco Scalvi completa le decorazioni marmoree della facciata;
- 1754 Giovanni Maria Aliprandi realizza gli stucchi e le decorazioni dell’interno;
- 1755/1756 decorazioni pittoriche ad opera di Carlo Innocenzo Carloni.
- 1756 si inizia ad utilizzare la chiesa per le funzioni.
- Negli anni successivi sarà continuamente arredata ed abbellita, nel 1911 per completare la decorazione interna venne chiamato il bravo pittore-decoratore bresciano Giuseppe Trainini perché completasse le pareti con una elegante decorazione barocca, sfavillante di luci e colori.
L’altare maggiore è ornato con una bella pala del sommo pittore bresciamo Alessandro Bonvicino detto il Moretto,che rappresenta la Madonna in gloria con i santi Pietro e Paolo, patroni della Parrocchia di Orzivecchi. Più volte attribuita al suo grande allievo bergamasco Giovanbattista Moroni, la tela, dopo il restauro del 1996 si conferma opera del Moretto con interventi dell’allievo Moroni.
All’altare dei Santi Antonio da Padova e Francesco d’Assisi si trova una stupenda pala di Grazio Cossali firmata “ Grati Cossalis Opus M.D.C.”. Durante il recente restauro, vicino alla scritta è apparsa una piccola aquila rossa stemma dei conti Martinengo.
Presso l’altare del Sacro Cuore vi è un’ultima Cena di Francesco Paglia , di fronte presso l’altare della Madonna è esposta una bella pala del pittore Pietro da Marone, rappresenta la Madonna con il Bambino, alcuni santi ed un donatore (forse un Martinengo?).
All’altare delle Anime purganti troviamo la Madonna del Suffragio, bellissima tela del Carloni, un dipinto pieno di Brio e colore.
Sopra la porta laterale che accede alla Sacrestia è collocata la pala del Cossali raffigurante la SS: Trinità che incorona la Madonna con i santi domenicani Pietro Martire e Caterina da Siena, inginocchiati alcuni disciplini vestiti di tela rossa e nobildonne.(questa tela sarà ricollocata presso l’altar maggiore della chiesa dei Disciplini – appena terminati i lavori di restuaro della chiesa).
Presso l’altare di Santa Lucia e san Carlo si trova una bella tela che rappresenta i due santi, databile nel XVII secolo, dopo il 1610.
LA CHIESA DEI DISCIPLINI DI ORZIVECCHI
Arte e storia di un edificio rinato
A cura della Associazione Amici della Disciplina di Orzivecchi – ONLUS che dal 2008 al 2012 si è impegnata per la raccolta fondi ed il restauro dell’Oratorio dei Disciplini di Orzivecchi.
Note storiche:
Il territorio di Orzivecchi confinava anticamente con il fiume Oglio ed era sostanzialmente una zona ricca di foreste e di paludi. A partire dal primo secolo D.C. i Romani attuarono una serie di centuriazioni con lo scopo di rendere coltivabile il terreno per donarlo ai veterani delle campagne militari, nacquero in quel periodo alcune ville romane e il borgo denominato “Vicus Ollei”; gli storici ipotizzano che si trovasse nei pressi della pieve di Bigoglio, dove probabilmente era sorto un tempio pagano dedicato a Giove. Dopo la caduta dell’impero Romano i Longobardi crearono la Strada Reale che consentiva il collegamento tra Pavia capitale del regno e Brixia importantissimo insediamento sul colle Cidneo; questa strada era l’attuale provinciale 235 che collega appunto Brescia a Pavia. Successivamente fra l’800 e il 900 D.C. i frati benedettini fondarono la Pieve di Bigoglio, operarono una serie di bonifiche e realizzarono numerosi canali di irrigazione dando un forte impulso allo sviluppo dell’agricoltura in tutta la zona.
E’ in questo periodo, probabilmente intorno all’anno mille che nasce il primo importante insediamento abitativo di Orzivecchi, non più vicino alla Pieve ma proprio sulla importante strada di collegamento Brescia Pavia. E’ probabile che il borgo come tanti altri del territorio dipendesse sempre dal potente capitolo della Pieve, ma ormai erano state poste le basi per un nuovo importante insediamento che presto si trasformerà nel borgo di Orzi o Urcei.
Risalgono al periodo altomedioevale le murature individuate durante lo scavo archeologico del 2007 sotto il pavimento della Chiesa dei Disciplini. Quindi in questa zona sorsero con ogni probabilità i primi edifici del nuovo borgo, la chiesa con la canonica, il palazzo del signorotto locale e alcune capanne di legno e paglia per i contadini.
Il primo edificio doveva essere costituito da un portichetto e da due campate con capriate a vista, il portico serviva ai pellegrini come riparo, ed era funzionale alla chiesa in quanto consentiva di pregare affacciandosi alle due finestre aperte su di esso. Nell’area dell’attuale canonica c’era il piccolo cimitero della comunità e la chiesa principale dedicata a San Pietro.
Visita alla chiesa dei Disciplini:
da via Disciplina si accede all’Oratorio del Disciplini attraverso un bel portale in botticino realizzato in epoca seicentesca. Due eleganti finestre quattrocentesche fanno da cornice alla porta d’ingresso. Sotto il porticato sulla nostra sinistra troviamo una lapide commemorativa posizionata nel 2011 in memoria della visita alla Disciplina del vescovo di Brescia Luciano Monari; dopo il portale una lapide antica ci informa che “ QUESTA CONFRATERNITA DELLA SS. TRINITA’ FU ERETTA CON BOLLA PONTIFICIA IL 23 APRILE 1608, RICONFERMATA IL 23 AGOSTO 1777 DA PIO VI SOMMO PONTEFICE”. Oltre la seconda finestra troviamo una posta in legno che chiude il vano scala del Matroneo.
Entrando in chiesa abbiamo una magnifica visione d’insieme dell’edificio, dopo il porticato realizzato con travi in legno e colonne in marmo entriamo nell’aula principale dove possiamo ammirare l’architettura frutto di diverse modifiche avvenute nei secoli. La chiesa ha un tetto a capanna formato da travi in legno e tavelle in cotto mentre l’abside presenta un volto a botte. Dall’aula principale non è possibile notare la copertura a capanna perché nel 1921 è stata realizzata una controsoffittatura con assi in legno, decorata con angeli ed una finta prospettiva del pittore Ezio Cominelli di Lograto. Nello stesso anno la chiesa subì un importante restauro e sull’altare maggiore venne collocata una grotta di Lourdes in onore della Immacolata Concezione, questa struttura venne distrutta negli anni 70 del novecento.
Volgendo lo sguardo al suolo notiamo il bellissimo pavimento in quadrotte di cotto originale. Il pavimento è stato tolto per consentire l’indagine archeologica e la realizzazione del vespaio aerato, poi ad opera dei volontari della associazione è stato pulito e riposizionato nella chiesa, la Sacrestia, il matroneo e gli altari, nel rispetto più rigoroso dei materiali e delle tecniche di posa. Il risultato è un insieme omogeneo di materiali e colori che ha ricevuto il plauso anche dalla sovrintendenza di Brescia e Mantova. Al centro della chiesa troviamo la fossa di fusione delle Campane, manufatto di interesse storico in quando di rarissima identificazione; fino al 1500 serviva a fondere le campane direttamente nel suolo argilloso della chiesa. Si noti sul fondo la grande dimensione della campana fusa, probabilmente la campana del Castello di Orzivecchi.
Proseguendo la visita, sulla parete nord alla nostra sinistra troviamo un affresco della seconda metà del quattrocento raffigurante cinque santi martiri con il saio francescano, tutti sono trafitti da lame in varie parti del corpo, i tre centrali sono in piedi e portano un libro e una palma, i due sui lati sono in ginocchio con le mani giunte e pregano rivolti verso i tre che sono al centro. Opera di buona qualità artistica che ci informa come nel quattrocento la chiesa fosse officiata dei frati Minori Francescani che gestivano anche la vicina pieve di Bigolio. Dopo il pilastro troviamo un affresco, sempre della stessa epoca, raffigurante una crocifissione purtroppo molto rovinata, ma di buona fattura. Subito dopo nella nicchia del pilastro appare la bellissima Madonna del Latte attribuita da Sandro Guerini a Paolo da Cailina in giovane; davvero un piccolo capolavoro per la luminosità e l’espressività del volto della Madonna e del Bambino, da notare il bel particolare del velo che la madonna toglie dal seno per mostrare il volto del Bambino che sta allattando. Il ritrovamento di questo affresco ha avuto una vicenda a dir poco rocambolesca, in quanto si trovava murato nel pilastro ed è stato rinvenuto soltanto di recente, durante i restauri del 2010; l’ignoto muratore che ha costruito il pilastro non si è sentito di rovinare un’opera di così grande bellezza ed ha deciso di racchiuderla in una nicchia in attesa che qualcuno la ritrovasse. Senz’altro un importante ritrovamento che ci restituisce un’opera di grande valore storico ed artistico.
Dopo il pilastro troviamo l’unico altare laterale presente nella chiesa.
L’altare ha subito intorno al 1970 una grande devastazione. Per rispettare la nuova regola della chiesa che prevede che l’officiante sia rivolto verso i fedeli, la struttura settecentesca di questo altare fatta di marmi colorati e disegni ad intarsio venne strappata dalla sede originale per farne l’altare maggiore della pieve di Bigoglio dove è possibile ammirarla. Dell’altare originale sono rimaste solo alcune lastre di marmo colorato nella parte superiore della mensa, la parte inferiore dell’altare è stata sostituita con un altare ligneo restaurato, proveniente dalla antica chiesa di Cadevilla dedicata a S. Marco. Al centro dell’altare si trova la bella Madonna con Bambino comunemente chiamata della Disciplina, l’affresco è datato “die 19 August 1497” ed è di qualche anno successivo alla Madonna del latte, questa immagine considerata miracolosa doveva costituire l’altare del presbiterio della chiesa quattrocentesca; sulla fine del cinquecento, quando per necessità di culto la chiesa venne ampliata, durante la demolizione dell’abside si salvò il frammento di muro con l’effigie della Madonna e lo si ricollocò nel nuovo altare. La Madonna seduta su un trono ligneo decorato con immagini geometriche guarda verso il basso mentre il Bambino osserva lo spettatore aggrappandosi al collo della madre. La posizione del volto di Maria, il trono e i decori delle aureole sono molto simili a quelli della vicina Madonna del Latte, ma l’opera se ne discosta decisamente per qualità artistica. Al centro dell’affresco scorre per tutta la larghezza una piccola crepa dovuta con tutta probabilità allo spostamento cinquecentesco.
La Madonna della Disciplina è contornata da una bella cornice seicentesca e da un’opera inedita di Grazio Cossali dal titolo: “ il Padreterno con i SS. Francesco e Carlo Borromeo”. Quest’opera che si credeva perduta è stata ritrovata nel 2008 durante i lavori al sottotetto della chiesa; con tutta probabilità durante i lavori di smantellamento dell’altare della Madonna la tela venne prima nascosta e poi dimenticata nel sottotetto. Ora, dopo un ottimo restauro effettuato dalla ditta Roberto Fodriga e Marina Baiguera il dipinto è tornato nel suo posto originale con una nuova tela ed un nuovo telaio. La pala venne commissionata al Cossali probabilmente nel 1608, per abbellire l’altare e far da cornice alla madonna della Disciplina; l’occasione fu la bolla pontificia del 23 aprile 1608
che eresse presso la chiesa dei Disciplini la Confraternita della Santissima Trinità. Dipinto di ottima qualità, realizzato durante la maturità del pittore rappresenta, in uno squarcio di cielo fra due tendaggi, il Padre Eterno che invia due angioletti a depositare una corona d’oro sul capo della Vergine sottostante, essi portano anche un drappo con la scritta “Regina Coeli letare alleluia”; in mezzo alla corona filtra un raggio di luce che va a illuminare il capo della Madonna. Alla destra della Madonna è rappresentato San Francesco d’Assisi inginocchiato mentre adora il crocifisso che ha in mano, alla sinistra è collocato San Carlo Borromeo che indica con le mani la Madonna nel centro. Sul manto di San Carlo sono rappresentati alcuni santi venerati dalla confraternita dei Disciplini e precisamente, Rocco, Sebastiano, Nicola da Bari, Antonio Abate, Giovanni Battista, sulla spalla sopra la fascia bianca appare anche la figura di San Pietro Martire titolare della Disciplina e dalla parte opposta la mano di una martire che potrebbe essere Santa Caterina da Siena.
Ai piedi della Madonna una predella divisa in tre riquadri rappresenta le scene dei miracoli di San Carlo Borromeo.
Proseguendo nella visita troviamo un affresco inserito in parte nel muro che sembra rappresentare un nobiluomo, forse della nobile famiglia Martinengo.
L’abside realizzata con volta a botte presenta al centro un altare di epoca cinquecentesca proveniente dall’antica parrocchiale distrutta per far posto all’attuale edificio settecentesco. Dietro l’altare è posizionata un’altra opera di Grazio Cossali dal titolo “La Santissima Trinità che incorona la Madonna e Santi” comunemente conosciuta come pala dei Disciplini. Il dipinto rappresenta la Santissima Trinità che incorona la Madonna in gloria contornata da angeli, in basso sono rappresentati i Santi Domenicani; Pietro Martire detto anche Pietro da Verona e Santa Caterina da Siena mentre intercedono per i Disciplini di Orzivecchi inginocchiati e vestiti di tela rossa e per alcune nobil donne anch’esse inginocchiate in preghiera. L’opera è firmata da Grazio Cossali e datata 1584, fa parte delle sue opere giovanili, ma è comunque molto interessante come documento storico perché di da due importanti informazioni: in primo luogo che dopo il Concilio di Trento chiuso nel 1563 alla Disciplina di Orzivecchi arrivarono i frati Domenicani e che i Disciplini di Orzivecchi erano vestiti di tela rossa. Durante il restauro si è deciso di lasciare in evidenza il contorno grigio che mostra dove era collocata la soasa lignea, ora perduta che faceva da cornice al quadro.
In fianco alla finestra della parete sud si nota un angioletto in terracotta ritrovato durante i restauri, probabilmente il frammento faceva parte di un’opera di dimensioni maggiori andata perduta, la qualità del manufatto è molto vicina alla quattrocentesca “Dormitio Virginis” della Pieve di Bigoglio ed evidenzia la vocazione del territorio alla lavorazione dei manufatti in cotto.
A chiudere il presbiterio troviamo poi la porta di accesso alla piccola sacrestia, dove sopra il piccolo passaggio, nascosto nell’intercapedine del muro si trova un affresco antico e molto rovinato che rappresenta un santo della peste??
Per completare gli arredi del presbiterio nel 2010 si è dato incarico allo scultore Federico Severino (tra i più grandi scultori italiani viventi, ha realizzato le via crucis del pantheon di Roma) di modellare le formelle in cotto dell’ambone e del tabernacolo. Le formelle sono state poi inserite in una struttura lignea realizzata con rovere antico ed ora fanno bella mostra nel presbiterio.
L’opera di Federico Severino si inserisce in modo perfetto nel contesto della chiesa; i materiali usati, l’espressività delle figure, la grande forza emotiva conferiscono al capolavoro di Severino un certificato di appartenenza che va oltre il tempo e lo spazio.
Scendendo il gradino del presbiterio troviamo una finta porta che ci segnala il luogo dove anticamente era il passaggio per la Sacrestia. In fianco alla porta una nicchia per gli oli Santi e delle scritte antiche incomprensibili. Proseguendo lungo la parete sud troviamo una nicchia con la statua di Sant’Agnese che sostituisce quella di Bernadette rimasta per anni da sola in attesa della Vergine dei Pirenei ed ora relegata sul Matroneo.
A cura della Associazione Amici della Disciplina di Orzivecchi – ONLUS che dal 2008 al 2012 si è impegnata per la raccolta fondi ed il restauro dell’Oratorio dei Disciplini di Orzivecchi.
Note storiche:
Il territorio di Orzivecchi confinava anticamente con il fiume Oglio ed era sostanzialmente una zona ricca di foreste e di paludi. A partire dal primo secolo D.C. i Romani attuarono una serie di centuriazioni con lo scopo di rendere coltivabile il terreno per donarlo ai veterani delle campagne militari, nacquero in quel periodo alcune ville romane e il borgo denominato “Vicus Ollei”; gli storici ipotizzano che si trovasse nei pressi della pieve di Bigoglio, dove probabilmente era sorto un tempio pagano dedicato a Giove. Dopo la caduta dell’impero Romano i Longobardi crearono la Strada Reale che consentiva il collegamento tra Pavia capitale del regno e Brixia importantissimo insediamento sul colle Cidneo; questa strada era l’attuale provinciale 235 che collega appunto Brescia a Pavia. Successivamente fra l’800 e il 900 D.C. i frati benedettini fondarono la Pieve di Bigoglio, operarono una serie di bonifiche e realizzarono numerosi canali di irrigazione dando un forte impulso allo sviluppo dell’agricoltura in tutta la zona.
E’ in questo periodo, probabilmente intorno all’anno mille che nasce il primo importante insediamento abitativo di Orzivecchi, non più vicino alla Pieve ma proprio sulla importante strada di collegamento Brescia Pavia. E’ probabile che il borgo come tanti altri del territorio dipendesse sempre dal potente capitolo della Pieve, ma ormai erano state poste le basi per un nuovo importante insediamento che presto si trasformerà nel borgo di Orzi o Urcei.
Risalgono al periodo altomedioevale le murature individuate durante lo scavo archeologico del 2007 sotto il pavimento della Chiesa dei Disciplini. Quindi in questa zona sorsero con ogni probabilità i primi edifici del nuovo borgo, la chiesa con la canonica, il palazzo del signorotto locale e alcune capanne di legno e paglia per i contadini.
Il primo edificio doveva essere costituito da un portichetto e da due campate con capriate a vista, il portico serviva ai pellegrini come riparo, ed era funzionale alla chiesa in quanto consentiva di pregare affacciandosi alle due finestre aperte su di esso. Nell’area dell’attuale canonica c’era il piccolo cimitero della comunità e la chiesa principale dedicata a San Pietro.
Visita alla chiesa dei Disciplini:
da via Disciplina si accede all’Oratorio del Disciplini attraverso un bel portale in botticino realizzato in epoca seicentesca. Due eleganti finestre quattrocentesche fanno da cornice alla porta d’ingresso. Sotto il porticato sulla nostra sinistra troviamo una lapide commemorativa posizionata nel 2011 in memoria della visita alla Disciplina del vescovo di Brescia Luciano Monari; dopo il portale una lapide antica ci informa che “ QUESTA CONFRATERNITA DELLA SS. TRINITA’ FU ERETTA CON BOLLA PONTIFICIA IL 23 APRILE 1608, RICONFERMATA IL 23 AGOSTO 1777 DA PIO VI SOMMO PONTEFICE”. Oltre la seconda finestra troviamo una posta in legno che chiude il vano scala del Matroneo.
Entrando in chiesa abbiamo una magnifica visione d’insieme dell’edificio, dopo il porticato realizzato con travi in legno e colonne in marmo entriamo nell’aula principale dove possiamo ammirare l’architettura frutto di diverse modifiche avvenute nei secoli. La chiesa ha un tetto a capanna formato da travi in legno e tavelle in cotto mentre l’abside presenta un volto a botte. Dall’aula principale non è possibile notare la copertura a capanna perché nel 1921 è stata realizzata una controsoffittatura con assi in legno, decorata con angeli ed una finta prospettiva del pittore Ezio Cominelli di Lograto. Nello stesso anno la chiesa subì un importante restauro e sull’altare maggiore venne collocata una grotta di Lourdes in onore della Immacolata Concezione, questa struttura venne distrutta negli anni 70 del novecento.
Volgendo lo sguardo al suolo notiamo il bellissimo pavimento in quadrotte di cotto originale. Il pavimento è stato tolto per consentire l’indagine archeologica e la realizzazione del vespaio aerato, poi ad opera dei volontari della associazione è stato pulito e riposizionato nella chiesa, la Sacrestia, il matroneo e gli altari, nel rispetto più rigoroso dei materiali e delle tecniche di posa. Il risultato è un insieme omogeneo di materiali e colori che ha ricevuto il plauso anche dalla sovrintendenza di Brescia e Mantova. Al centro della chiesa troviamo la fossa di fusione delle Campane, manufatto di interesse storico in quando di rarissima identificazione; fino al 1500 serviva a fondere le campane direttamente nel suolo argilloso della chiesa. Si noti sul fondo la grande dimensione della campana fusa, probabilmente la campana del Castello di Orzivecchi.
Proseguendo la visita, sulla parete nord alla nostra sinistra troviamo un affresco della seconda metà del quattrocento raffigurante cinque santi martiri con il saio francescano, tutti sono trafitti da lame in varie parti del corpo, i tre centrali sono in piedi e portano un libro e una palma, i due sui lati sono in ginocchio con le mani giunte e pregano rivolti verso i tre che sono al centro. Opera di buona qualità artistica che ci informa come nel quattrocento la chiesa fosse officiata dei frati Minori Francescani che gestivano anche la vicina pieve di Bigolio. Dopo il pilastro troviamo un affresco, sempre della stessa epoca, raffigurante una crocifissione purtroppo molto rovinata, ma di buona fattura. Subito dopo nella nicchia del pilastro appare la bellissima Madonna del Latte attribuita da Sandro Guerini a Paolo da Cailina in giovane; davvero un piccolo capolavoro per la luminosità e l’espressività del volto della Madonna e del Bambino, da notare il bel particolare del velo che la madonna toglie dal seno per mostrare il volto del Bambino che sta allattando. Il ritrovamento di questo affresco ha avuto una vicenda a dir poco rocambolesca, in quanto si trovava murato nel pilastro ed è stato rinvenuto soltanto di recente, durante i restauri del 2010; l’ignoto muratore che ha costruito il pilastro non si è sentito di rovinare un’opera di così grande bellezza ed ha deciso di racchiuderla in una nicchia in attesa che qualcuno la ritrovasse. Senz’altro un importante ritrovamento che ci restituisce un’opera di grande valore storico ed artistico.
Dopo il pilastro troviamo l’unico altare laterale presente nella chiesa.
L’altare ha subito intorno al 1970 una grande devastazione. Per rispettare la nuova regola della chiesa che prevede che l’officiante sia rivolto verso i fedeli, la struttura settecentesca di questo altare fatta di marmi colorati e disegni ad intarsio venne strappata dalla sede originale per farne l’altare maggiore della pieve di Bigoglio dove è possibile ammirarla. Dell’altare originale sono rimaste solo alcune lastre di marmo colorato nella parte superiore della mensa, la parte inferiore dell’altare è stata sostituita con un altare ligneo restaurato, proveniente dalla antica chiesa di Cadevilla dedicata a S. Marco. Al centro dell’altare si trova la bella Madonna con Bambino comunemente chiamata della Disciplina, l’affresco è datato “die 19 August 1497” ed è di qualche anno successivo alla Madonna del latte, questa immagine considerata miracolosa doveva costituire l’altare del presbiterio della chiesa quattrocentesca; sulla fine del cinquecento, quando per necessità di culto la chiesa venne ampliata, durante la demolizione dell’abside si salvò il frammento di muro con l’effigie della Madonna e lo si ricollocò nel nuovo altare. La Madonna seduta su un trono ligneo decorato con immagini geometriche guarda verso il basso mentre il Bambino osserva lo spettatore aggrappandosi al collo della madre. La posizione del volto di Maria, il trono e i decori delle aureole sono molto simili a quelli della vicina Madonna del Latte, ma l’opera se ne discosta decisamente per qualità artistica. Al centro dell’affresco scorre per tutta la larghezza una piccola crepa dovuta con tutta probabilità allo spostamento cinquecentesco.
La Madonna della Disciplina è contornata da una bella cornice seicentesca e da un’opera inedita di Grazio Cossali dal titolo: “ il Padreterno con i SS. Francesco e Carlo Borromeo”. Quest’opera che si credeva perduta è stata ritrovata nel 2008 durante i lavori al sottotetto della chiesa; con tutta probabilità durante i lavori di smantellamento dell’altare della Madonna la tela venne prima nascosta e poi dimenticata nel sottotetto. Ora, dopo un ottimo restauro effettuato dalla ditta Roberto Fodriga e Marina Baiguera il dipinto è tornato nel suo posto originale con una nuova tela ed un nuovo telaio. La pala venne commissionata al Cossali probabilmente nel 1608, per abbellire l’altare e far da cornice alla madonna della Disciplina; l’occasione fu la bolla pontificia del 23 aprile 1608
che eresse presso la chiesa dei Disciplini la Confraternita della Santissima Trinità. Dipinto di ottima qualità, realizzato durante la maturità del pittore rappresenta, in uno squarcio di cielo fra due tendaggi, il Padre Eterno che invia due angioletti a depositare una corona d’oro sul capo della Vergine sottostante, essi portano anche un drappo con la scritta “Regina Coeli letare alleluia”; in mezzo alla corona filtra un raggio di luce che va a illuminare il capo della Madonna. Alla destra della Madonna è rappresentato San Francesco d’Assisi inginocchiato mentre adora il crocifisso che ha in mano, alla sinistra è collocato San Carlo Borromeo che indica con le mani la Madonna nel centro. Sul manto di San Carlo sono rappresentati alcuni santi venerati dalla confraternita dei Disciplini e precisamente, Rocco, Sebastiano, Nicola da Bari, Antonio Abate, Giovanni Battista, sulla spalla sopra la fascia bianca appare anche la figura di San Pietro Martire titolare della Disciplina e dalla parte opposta la mano di una martire che potrebbe essere Santa Caterina da Siena.
Ai piedi della Madonna una predella divisa in tre riquadri rappresenta le scene dei miracoli di San Carlo Borromeo.
Proseguendo nella visita troviamo un affresco inserito in parte nel muro che sembra rappresentare un nobiluomo, forse della nobile famiglia Martinengo.
L’abside realizzata con volta a botte presenta al centro un altare di epoca cinquecentesca proveniente dall’antica parrocchiale distrutta per far posto all’attuale edificio settecentesco. Dietro l’altare è posizionata un’altra opera di Grazio Cossali dal titolo “La Santissima Trinità che incorona la Madonna e Santi” comunemente conosciuta come pala dei Disciplini. Il dipinto rappresenta la Santissima Trinità che incorona la Madonna in gloria contornata da angeli, in basso sono rappresentati i Santi Domenicani; Pietro Martire detto anche Pietro da Verona e Santa Caterina da Siena mentre intercedono per i Disciplini di Orzivecchi inginocchiati e vestiti di tela rossa e per alcune nobil donne anch’esse inginocchiate in preghiera. L’opera è firmata da Grazio Cossali e datata 1584, fa parte delle sue opere giovanili, ma è comunque molto interessante come documento storico perché di da due importanti informazioni: in primo luogo che dopo il Concilio di Trento chiuso nel 1563 alla Disciplina di Orzivecchi arrivarono i frati Domenicani e che i Disciplini di Orzivecchi erano vestiti di tela rossa. Durante il restauro si è deciso di lasciare in evidenza il contorno grigio che mostra dove era collocata la soasa lignea, ora perduta che faceva da cornice al quadro.
In fianco alla finestra della parete sud si nota un angioletto in terracotta ritrovato durante i restauri, probabilmente il frammento faceva parte di un’opera di dimensioni maggiori andata perduta, la qualità del manufatto è molto vicina alla quattrocentesca “Dormitio Virginis” della Pieve di Bigoglio ed evidenzia la vocazione del territorio alla lavorazione dei manufatti in cotto.
A chiudere il presbiterio troviamo poi la porta di accesso alla piccola sacrestia, dove sopra il piccolo passaggio, nascosto nell’intercapedine del muro si trova un affresco antico e molto rovinato che rappresenta un santo della peste??
Per completare gli arredi del presbiterio nel 2010 si è dato incarico allo scultore Federico Severino (tra i più grandi scultori italiani viventi, ha realizzato le via crucis del pantheon di Roma) di modellare le formelle in cotto dell’ambone e del tabernacolo. Le formelle sono state poi inserite in una struttura lignea realizzata con rovere antico ed ora fanno bella mostra nel presbiterio.
L’opera di Federico Severino si inserisce in modo perfetto nel contesto della chiesa; i materiali usati, l’espressività delle figure, la grande forza emotiva conferiscono al capolavoro di Severino un certificato di appartenenza che va oltre il tempo e lo spazio.
Scendendo il gradino del presbiterio troviamo una finta porta che ci segnala il luogo dove anticamente era il passaggio per la Sacrestia. In fianco alla porta una nicchia per gli oli Santi e delle scritte antiche incomprensibili. Proseguendo lungo la parete sud troviamo una nicchia con la statua di Sant’Agnese che sostituisce quella di Bernadette rimasta per anni da sola in attesa della Vergine dei Pirenei ed ora relegata sul Matroneo.